
Cippo presso la Possione Corazzina di Castenaso, ora Casa Mengoli
Tipologia
Luogo di collocazione
Data di collocazione
Materiali
Bronzo, Laterizio, Marmo, Pietra.
Ente preposto alla conservazione
La Possione Corazzina (o Casa Mengoli) era un agglomerato agricolo posto nei pressi di Castenaso. Il cippo è dedicato ai partigiani catturati dai tedeschi in questo luogo il 21 Ottobre 1944 dopo gli scontri avvenuti lo stesso giorno nel vicino Podere Mazzacavallo, a Vigorso di Budrio e nel Podere Prando, a Fiesso di Castenaso. E’ collocato nel mezzo del parco sopra un duplice basamento circolare a livelli decrescenti (dal più grande al più piccolo).
Il corpo del monumento è realizzato con lastre di pietra. Ha una pianta rettangolare, è costituito da mattoni nella sua parte inferiore, mentre in quella superiore da sassi e pietre a vista, misti a calce. All’interno del corpo, in posizione centrale, è incastonata una grande lapide rettangolare di marmo, sostenuta da quattro punzoni di bronzo. L’epigrafe è composta mediante caratteri di bronzo in rilievo e racconta come in questo luogo i partigiani, reduci dagli scontri. Sempre nell’epigrafe compaiono gli Enti committente dell’opera, ovvero i Comuni di Budrio e Castenaso.
Sulla parte inferiore della lapide si trova una piccola targa rettangolare di bronzo con incisa la dedica ai Caduti da parte dei Comuni di Budrio e Castenaso nell’occasione del 45° Anniversario della battaglia (con gli estremi temporali 21 Ottobre 1944 – 21 Ottobre 1989). Nel 2014 il Comune di Castenaso e la locale sezione Anpi “Olinto Pazzagli e Gaetano Viaggi” hanno collocato a ridosso del lato destro del cippo (rispetto a chi guarda) una lunga e stretta stele trapezoidale di plexiglass, profilata da una cornice di alluminio, sulla quale è impressa una succinta descrizione dell’episodio.
All’alba del 21 Ottobre, giorno previsto per il trasferimento a Bologna dei partigiani, iniziò l’operazione di rastrellamento condotta dal Feld-Ersatz-Bataillon della 305ª Infanterie-Division tedesca con la partecipazione di fascisti della 23ª Brigata Nera “Eugenio Facchini” di Bologna.
Dopo lo scontro al podere Mazzacavallo di Vigorso (Budrio) il conflitto si spostò nella zona di Fiesso di Castenaso, fu aspro e durò diverse ore. I partigiani cercarono di sganciarsi, ma otto di loro furono uccisi nel combattimento (Medardo Bottonelli, Carlo Casarini, Enzo Melloni, Mario Pirini, Giovanni Tassoni, Modesto Zanetti, Enzo Zuffi e un partigiano rimasto sconosciuto) e altri furono catturati. Fra questi Ilario Giuliani e Orlando Biavati che cercarono di raggiungere il Palazzo Regazzi e furono fermati dai tedeschi. Ilario Giuliani, trovato in possesso di una pallottola, fu percosso ripetutamente e poi ucciso con un colpo di arma da fuoco alla schiena. La sorella di Giuliani raccolse il suo corpo abbandonato e lo trasportò a casa. Biavati fu invece condotto a piedi prima presso un Comando tedesco e poi alla Casa del Fascio di Budrio, dove fu consegnato al segretario del Fascio che, dopo averlo interrogato e aver chiamato un suo parente per riconoscerlo, lo fece ricoverare all’Ospedale. Alcuni dei partigiani superstiti vennero scoperti nascosti in un campo della Possione Corazzina e catturati. Furono trasferiti a Medicina nella sede della Feldgendarmerie (la polizia militare tedesca), a Villa Viaggi, presso la ferrovia “Veneta” e otto di loro vennero fucilati il giorno successivo.
